I primi a ricevere un VOX AC 30 furono gli “Shadows” di Hank Marvin, nonche i primi veri testimonial dell’iconico marchio.
Negli anni 50 le platee diventavano sempre più numerose e le guitar band si moltiplicavano in modo esponenziale.
I concerti si spostavano in sale sempre più ampie e affollate. Fare in modo che il suono della chitarra raggiungesse l’intera audience divenne un’impresa ardua.
È opportuno ricordare che l’uso attuale di microfonare gli amplificatori per portare il segnale all’impianto PA è arrivato solo molti anni più tardi, allora l’impianto generale veniva usato solo per l’amplificazione vocale. La potenza erogata dall’AC15 non era dunque più sufficiente a soddisfare le mutate esigenze di questa generazione di musicisti.
In particolare, gli Shadows potevano vantare un enorme seguito e ai propri concerti contavano ormai centinaia di spettatori.
Erano alla ricerca di un amplificatore che preservasse la ricchezza timbrica di un AC15 a volumi adeguati alle loro accresciute necessità.
Sul finire del 1959, gli Shadows ricevettero in consegna tre prototipi di un più potente amplificatore, una sorta di AC15 raddoppiato.
Il nuovo Vox prese il nome di AC30/4, in riferimento ai quattro ingressi di cui era dotato il pannello di controllo: due servivano per il canale Normal e due per il canale Vibravox, su cui erano presenti gli effetti vibrato/tremolo.